Per le persone nei luoghi: le infrastrutture di comunità

Le infrastrutture sociali come bi­blioteche, scuole, ospedali,  parchi pubblici e servizi collettivi collega­no le persone ai luoghi dando loro la possibilità di esercitare i diritti di cittadinanza. Esse sono dispositivi rituali creatori di significato, attra­verso i quali le persone costruisco­no i repertori simbolici della loro identità collettiva. Questa duplice accezione comporta importanti conseguenze per la pianificazione territoriale.

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Pre-occuparsi del futuro

Dobbiamo preoccuparci del futuro? Cambiamenti accelerati, comples­sità, rischi sistemici e incertezze del presente richiedono competen­ze per prefigurare in anticipo quel che potrà essere. La disciplina dei "Futures  Studies"  e  le  pratiche di "Strategic Foresight'' consentono di occuparci oggi delle sfide di doma­ ni e di "occupare il futuro", facendo sentire  la voce di chi sta ai margini.

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I princìpi del principio

In filosofia, "princìpio" ha il dop­pio significato di "inizio" e "fonda­ mento/i". Pierluigi Fagan indaga sull'ipotesi che noi siamo capitati in una nuova fase del mondo: qua­li dovrebbero essere i fondamenti di questo nuovo inizio? Ambiente, demografia, economia, tecnologia, politica e geopolitica, sistemi men­tali umani sono tutti capitoli di al­trettante variabili in movimento che dovranno trovare ordine e struttura. Su quali basi? A quali fini?

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La società tecnologica e la fine del diritto

Da anni guardiamo all'IA con gran­de ottimismo anche nel campo della giustizia. Tuttavia ci sono voci critiche nel dibattito accademico - come quella di William Lucy - che senza negare le potenzialità dell' IA nel campo del diritto, sollevano questioni sul rispetto dei diritti fon­damentali e sul concetto di persona nel diritto. Mario Ricciardi fa il pun­to su questi dubbi e mostra come tenere insieme IA e rispetto della persona.

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Dalla spada all'aratro: tecnologie e pace

Non c'è tecnologia senza doppiez­za. Non c'è tecnologia che non ab­bia un uso in tempo di pace e uno in tempo di guerra, e mentre cresce la pervasività del sistema tecnico - dell'informatica soprattutto, che si presta a usi ambigui - non c'è ga­ranzia del suo controllo, a causa dei limiti della conoscenza. Unica base per una vera tecnologia di pace è l'autenticazione partecipata dei suoi sviluppi, se soddisfa bisogni umani, individuali e collettivi.

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Verso un'intelligenza realmente artificiale

Siamo soliti assumere che l'evo­luzione dell'Intelligenza Artificiale dipenda dalla quantità di dati. E se ci fosse più "intelligenza" oltre la capacità di riconoscere schemi e algoritmi? Se il miglior modo per liberare l'intelligenza fosse coin­volgere le persone in attività più creative? Un'IA orientata a immagi­nare il possibile sarebbe artificiale in quanto basata su infrastrutture di supporto, ma  emanciperebbe la cittadinanza dal mero ruolo del consumo.

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