Le infrastrutture che innervano il territorio non sono oggetti neutrali rispetto allo spazio da esse attraversato e servito, ma inducono con la propria presenza pesanti trasformazioni sui luoghi stessi e sulle geografie degli spostamenti, della produzione e delle pratiche quotidiane.

Le reti infrastrutturali nascono prioritariamente con lo scopo di consentire l'accessibilità, almeno da tre punti di vista differenti: al territorio stesso, in primo luogo, attraverso reti viarie e nodi di smistamento e distribuzione, come porti, aeroporti, stazioni etc.; a risorse materiali e servizi, in secondo luogo, attraverso piattaforme logistiche, reti di distribuzione di beni primari e sistemi di supporto alle attività di impresa, al turismo e alla persona; ai servizi virtuali, infine, e più in generale alla conoscenza   e alle risorse disponibili nel mondo digitale, attraverso la connessione alle reti web globali.

Questa sovrapposizione e interconnessione di reti fisiche e virtuali in continua crescita ha effetti in primo luogo sulle relazioni tra parti diverse del territorio. I tempi necessari per spostarsi tra luoghi diversi, lungo le nuove connessioni, si contraggono drasticamente e nascono come conseguenza nuovi sistemi urbani e territoriali, supportati e favoriti dalle crescenti performance trasportistiche.

Parallelamente la maggiore disponibilità di beni, risorse e servizi favorisce lo sviluppo locale lungo le direttrici infrastrutturali e consente la nascita di nuovi assetti economici e sociali. Al tempo stesso, proprio per queste ragioni, la presenza o meno di infrastrutture materiali e immateriali si sta rivelando diffusamente un crescente fattore di disparità tra luoghi e tra condizioni di vita delle comunità locali; le sfide future saranno sempre più concentrate, da questo punto di vista, sulla necessità di garantire accessibilità a beni e servizi ad ampio raggio sul territorio.

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