La tecnica di Platone

Si pensa che Platone nutrisse nei confronti delle tecniche e dei ri­spettivi esperti un atteggiamento di sussiego. In effetti la tecnica, in quanto arte dotata di regole che stabiliscono come si debba agire e quali risultati conseguire, costitu­isce un modello esemplare della morale platonica. Scopriamo come nel pensiero antico anche il rappor­to tra lavoro e tempo libero era go­vernato dalla tecnica.

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Ripensare i dispositivi nell'epoca dell'Antropocene

Il pensiero moderno ha spesso ac­cusato i dispositivi tecnici di sotto­mettere l'uomo alla loro logica. La recente riflessione, da Simondon a Latour, ha invece sottolineato l'in­treccio tra l'evoluzione umana e quella sociale e tecnologica. L'in­treccio appare cruciale in un'epoca come la nostra, caratterizzata da una stretta convergenza di natu­ra e tecnica, e da un ambiente che richiede forme avanzate di tec­no-sensibilità.

 

Perché fidarsi della scienza?

I medici sanno di cosa parlano quando ci dicono che i vaccini sono sicuri? Dobbiamo prendere alla let­tera gli esperti quando ci parlano del riscaldamento globale? Un'au­dace e convincente difesa della scienza ci svelerà perché gli aspetti sociali della conoscenza scientifica costituiscono il suo principale pun­to di forza e la motivazione per cui possiamo affidarci a lei.

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Pensare e agire nella complessità

Siamo in un'epoca di profonda mu­tazione, dominata in larga parte dall'emergere di tecnologie che modificano il nostro  rapporto  con il mondo, con noi stessi e il nostro modo di vivere. Parlare di cambia­mento significa però riconoscere che qualcosa rimane. Ciò che per­siste sono i nostri princìpi, intesi al tempo stesso come inizio e come fondamento della società. Provia­ o allora a capire come costruire un buon rapporto tra cultura e tec­nica, per una società più giusta.

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Gli usi dell'oggetto

Qual è il rapporto tra soggetto e oggetto nel mondo tecnologico in cui viviamo, rispetto al concetto di mancanza? Il soggetto semplice­mente non ci pensa, mentre l'og­getto esiste in relazione alla sua perdita. Degli oggetti si dice "uno perduto, dieci ritrovati": formula applicata a quelli a cui si mira, a quelli di consumo, a quelli cui dia­mo forma, presenti anche quando nascosti. Nella psicoanalisi laca­niana troviamo una lettura di que­sto rapporto spesso accolta con an­goscia dalla società.

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Il destino dell'Occidente

L'Occidente è protagonista di una trasformazione senza precedenti, che riempie il nostro presente: la nascita della prima civiltà planeta­ria della storia. È un evento gran­dioso, determinato in larga parte del dominio mondiale della tecnica e del capitale, ma anche pieno di contraddizioni. Nella profondità del tempo che ci aspetta ci sono insie­me figure di apocalisse e possibilità di costruzione di un nuovo straordi­nario umano.

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L’Intelligenza Artificiale e il futuro-metaverso del mondo

L'Intelligenza Artificiale è una po­tenza capace di valutare la realtà in modo affidabile e di guidare la condotta umana. Questo "potere ingiuntivo" porta allo sradicamento di principi giuridico-politici fondan­ti: il libero esercizio delle facoltà di giudizio e di azione. Diverse sono le ricadute sulla società e sulla no­stra psiche, specie per la tendenza a profittare delle tecnologie, anche per esprimere tutto il risentimento accumulato negli ultimi decenni.

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Umano Inumano Postumano

Il Novecento ha radicalmente cam­biato il concetto di umanità, allar­gando lo spettro dei suoi significati per effetto del superamento di una doppia soglia: quella che separa Umano e Inumano, di cui Auschwitz rappresenta la massima espres­sione; e quella che divide Umano e Postumano, messa fortemente in discussione da una tecnologia, che ha tra i suoi obiettivi quello di fab­bricare un uomo nuovo. Ci chiedia­mo: ma che cosa vogliamo essere, davvero?

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I principi storico­-filosofici della critica della tecnica

La tecnica in Aristotele è una di­mensione dell'agire  umano  legata ad artigianato, fabbricazione, con­cretezza. La critica della tecnica arriva nel XIX secolo - da Novalis a Donoso Cortés - quando l'artificiali­tà si collega al costruire, ma anche all'astrazione e all'automatismo- tra Nietzsche e Heidegger - con l'angoscia che l'uomo abbia perduto la propria realtà e sia  divenuto una cosa fra le cose, oggetto e non soggetto.

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Lo spillo e l'elefante. Un reading filosofico su tecnologia, umanità e speranza - parte 2 "Riprendersi le macchine. Storie di riscatto tra Italia e Francia"

La fabbrica non è soltanto luogo di compromessi, sofferenze e scon­fitte di chi lavora: capita anche di ottenere la più improbabile delle vittorie. Le lotte che hanno sconfit­to delocalizzazioni evitabili di mul­tinazionali importanti - tra cui Unilever e McDonald's - riprendendo il controllo sulla qualità e il senso del lavoro, dimostrano che la fabbrica oggi può ospitare una nuova forma di speranza sociale.

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