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Sessioni

Paolo Boringhieri e l'editoria come ponte tra le due culture

Nella ricostruzione del secondo do­poguerra uno dei compiti culturali più ardui fu superare il divario tra culture umanistica e tecnico-scien­tifica. Tra i tentativi più ampi e orga­nici spicca quello editoriale di Paolo Boringhieri. Il suo "umanesimo scientifico" ha contribuito a inserire scienza e tecnologia nel vivo della cultura nazionale, in una visione unitaria della cultura. L'opera di Boringhieri ci pone una domanda: quale umanesimo scientifico per quale Italia, oggi?

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Gli usi dell'oggetto

Qual è il rapporto tra soggetto e oggetto nel mondo tecnologico in cui viviamo, rispetto al concetto di mancanza? Il soggetto semplice­mente non ci pensa, mentre l'og­getto esiste in relazione alla sua perdita. Degli oggetti si dice "uno perduto, dieci ritrovati": formula applicata a quelli a cui si mira, a quelli di consumo, a quelli cui dia­mo forma, presenti anche quando nascosti. Nella psicoanalisi laca­niana troviamo una lettura di que­sto rapporto spesso accolta con an­goscia dalla società.

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Miyazaki: sogni di macchine e di natura

Miyazaki ha il pregio di aver cam­biato l'immaginario del cinema d'animazione. I suoi lungometrag­gi resistono alla prova del tempo, anzi prefigurano i tempi come certi classici sci-fi. Nel cinema del ma­estro dell'animazione convivono in­fatti due spinte ambivalenti, quella ecologista e quella tecnofila che, nella loro dialettica, testimoniano un impegno nella ricerca di un'uto­pia armonica tra umani, macchine e natura.

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Machine Art

Nel 1934 inaugurava al MoMA di New York "Machine Art", un'espo­sizione innovativa che presentava al pubblico 1000 oggetti prodotti in serie grazie all'uso delle macchine. Si trattava di una novità assoluta: per la prima volta le macchine veni­vano trattate come arte. La fotogra­fa Fern L. Nesson, che in Biennale rivisita quell'esposizione attraverso una serie di 24 fotografie di macchi­ne e 3 cortometraggi, ci racconta in un'intervista la sua mostra e il si­gnificato dinamico che assumono i suoi soggetti inanimati.

Pre-occuparsi del futuro

Dobbiamo preoccuparci del futuro? Cambiamenti accelerati, comples­sità, rischi sistemici e incertezze del presente richiedono competen­ze per prefigurare in anticipo quel che potrà essere. La disciplina dei "Futures  Studies"  e  le  pratiche di "Strategic Foresight'' consentono di occuparci oggi delle sfide di doma­ ni e di "occupare il futuro", facendo sentire  la voce di chi sta ai margini.

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Materiali intelligenti: vita e agency dei corpi tecnologici

L'.umanità è abituata a vedere gli oggetti tecnologici come inerti, ri­gidi e costruiti secondo un progetto predeterminato. Eppure, la scienza dei materiali e il rapido sviluppo della nanotecnologia svelano la capacità delle nuove tecnologie di auto-organizzarsi in strutture com­plesse, sensibili e dinamiche. Gli oggetti materiali si possono consi­derare organismi con una vita pro­pria intelligente?

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